Curiosità

Una moda tutta anni ’80: i Paninari

today5 Febbraio 2021 1645 4

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Un fenomeno che ha segnato la Milano degli anni Ottanta, tra hamburger e abiti griffati

I paninari, Burghy e gli abiti griffati non possono che essere al centro della conversazione, quando si parla di anni ’80. Quello del paninaro è stato un fenomeno talmente importante e diffuso che i Pet Shop Boys dopo una visita nel centro di Milano nel 1986 incisero il singolo “Paninaro”, esportando questa moda al di là dei confini nazionali.

La moda paninara prese piede all’inizio degli anni ’80 al centro di Milano, in Piazza San Babila. Nacque da un gruppo di giovani che si ritrovavano davanti all’iconico Burghy, il primo locale a vendere hamburger, emblema del tanto affascinante stile di vita statunitense. Ironia della sorte, poco dopo quello spazio fu acquistato dal colosso Mc Donald’s, che ancora vi si trova.

Il movimento paninaro fu una diretta conseguenza  della ripresa economica degli anni ’80. I ragazzi, ispirati in tutto dalla moda americana, rifiutavano gli aspetti angoscianti dell’esistenza per godersi la vita in maniera spensierata. Il nome “paninari” fu coniato in particolare da un giornalista del Corriere della Sera, che prese spunto proprio dal loro cibo preferito, il panino.

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Questi ragazzi avevano un particolare codice nel vestire, rigorosamente griffato e costoso. Tra i pezzi più iconici indossati dai paninari anni 80 vi erano ad esempio la cintura El Charro, i bomber Moncler, i jeans Levi’s sopra le caviglie per mostrare le calze Burlington e scarpe Timberland. Gli accessori immancabili erano invece gli zaini Invicta, i Ray Ban e per le donne il profumo Chanel e il fiocco Naj Oleari.

Fondatori anche di un linguaggio del tutto personale (sono da attribuire a loro parole come “squinzie”, per definire le ragazze, oppure inglesismi oggi diventati di uso comune, come “Il mio boy” e “Very original”), i paninari anni 80 divennero famosi in tutta la nazione anche grazie a riviste e fumetti a loro dedicati come “Il Paninaro” del comico Enzo Braschi e a film come “Italian Fast Food”.

Naturalmente la loro colonna sonora non poteva che essere made in USA, con “Wild Boys” dei Duran Duran.

 

 

Scritto da: staff

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